“Il punto morto del sistema”: Joker diagnostica artisticamente le malattie del mondo moderno
l filosofo Slavoj Žižek ha recentemente raccontato a RT che idea si è fatto di Joker, l’acclamato film di Todd Phillips interpretato da Joaquin Phoenix. Nella traduzione che vi presentiamo qui, Žižek lo definisce un “film horror sociale” che fornisce una rappresentazione critica della realtà quotidiana degli Stati Uniti e di cui svariati critici hanno apparentemente trascurato il messaggio di fondo. Per Žižek non si tratta infatti di un incitamento alla violenza, ma di una sentenza sui difetti del sistema politico moderno che ha per protagonista una figura di nichilismo estremo ed autodistruzione. È mancando di un progetto politico positivo e mostrando dunque il punto morto della reazione nichilista, che Joker si pone come sveglia sociale che ci invita a domandarci se siamo pronti ad attraversare davvero la disperazione della nostra situazione per fare spazio ad un cambiamento radicale.
Articolo apparso originariamente il 3 novembre 2019 su RT: https://www.rt.com/news/472541-joker-movie-horror-violence-zizek/
A cura e traduzione di Arianna Locatello
La vita quotidiana è diventata un film horror
Dobbiamo congratularci con Hollywood e gli spettatori per due cose: che sia uscito un film del genere, il quale, ammettiamolo, propone un’immagine molto oscura del capitalismo altamente sviluppato, un’immagine da incubo che ha portato alcuni critici a designarlo come un “film horror sociale”. Di solito ci sono film sociali, che descrivono problemi sociali, e poi ci sono film horror. Riunire questi due generi è possibile solo quando molti fenomeni nella nostra vita sociale ordinaria diventano fenomeni che appartengono ai film dell’orrore.
È ancora più interessante vedere come le reazioni al film forniscano uno spettro completo delle coesioni politiche negli Stati Uniti. Da un lato, i conservatori temevano che questo film avrebbe incitato alla violenza. Il che era un’affermazione assurda. Nessuna violenza è stata scatenata da questo film. Al contrario, esso descrive la violenza e ci sveglia di fronte al pericolo di quest’ultima.
Come sempre, alcune persone politicamente corrette temevano che il film usasse cliché razzisti e celebrasse la violenza. Anche questo è scorretto.
Una delle posizioni più interessanti è stata quella di Michael Moore, un documentarista di sinistra, che ha celebrato il film come una rappresentazione onesta della realtà di quei poveri, esclusi e non coperti dalle cure sanitarie negli Stati Uniti. La sua idea è che il film spieghi come possano nascere figure come Joker. È una rappresentazione critica della realtà degli Stati Uniti, la quale può dare alla luce persone come Joker. Sono d’accordo con lui, ma vorrei anche andare un po’ oltre.
“Punto morto del nichilismo”
Penso che ciò che è importante sia che la figura di Joker alla fine, quando si identifica con la sua maschera, sia una figura di nichilismo estremo, di violenza autodistruttiva e una risata folle per la disperazione degli altri. Non esiste un progetto politico positivo.
Il modo in cui dovremmo leggere Joker si trova nel suo astenersi molto saggiamente dal fornire alcuna immagine positiva. Una critica di sinistra sarebbe potuta suonare così: «Sì, è una buona rappresentazione della realtà dei quartieri poveri degli Stati Uniti, ma dov’è la forza positiva? Dove sono i socialisti democratici, dove si organizzano le persone comuni?». In questo caso, sarebbe stato un film completamente diverso e piuttosto noioso.
La logica di questo film è che essa viene lasciata agli spettatori. Il film mostra una triste realtà sociale e un punto morto della reazione nichilista. Alla fine, Joker non è libero. È libero solo nel senso che giunge ad un punto di nichilismo totale.
Ho pensato la figura di Joker come una sorta di Kazimir Malevich, l’avanguardista russo, quando ha realizzato il famoso dipinto Quadrato nero. È una specie di protesta minimalista – una riduzione al nulla. Joker deride semplicemente ogni autorità. È distruttivo ma manca di un progetto positivo. Dobbiamo attraversare questa via della disperazione. Giocare a fare i potenti non è abbastanza. Questo è il messaggio di Joker. Il fatto che essi possano essere caritatevoli come il padre di Bruce Wayne in questo ultimo film è solo una parte del gioco. Devi liberarti di tutte queste stupidità liberali che offuscano la disperazione della situazione.
Tuttavia, questo non è il passaggio finale, ma un livello-zero di pulizia del tavolo per fare spazio a qualcosa di nuovo. Ecco come ho letto il film. Non è una definitiva visione decadente. Dobbiamo attraversare questo inferno. Ora, andare oltre dipende da noi.
Sveglia sociale
Il pericolo di spiegare solo il retroscena è quello di fornire una sorta di spiegazione razionale per comprendere la figura di Joker. Ma Joker non ne ha bisogno. Joker è una persona creativa in un certo senso. Il momento cruciale nel film per il cambiamento della sua soggettività è quando dice: «Ho sempre pensato alla mia vita come ad una tragedia. Adesso vedo che è una commedia».
“Commedia” significa per me che a quel punto egli accetta se stesso come una figura comica in tutta la sua disperazione e si sbarazza delle ultime costrizioni del vecchio mondo. Questo è quello che egli fa per noi. Non è una figura da imitare. È sbagliato pensare che ciò che vediamo verso la fine del film – Joker celebrato da altri – sia l’inizio di un nuovo movimento di emancipazione. No, è un definitivo punto morto del sistema esistente; una società piegata sulla propria autodistruzione.
L’eleganza del film è che lascia a noi il passo successivo di costruire un’alternativa positiva. È un’oscura immagine nichilista pensata per risvegliarci.
Siamo pronti ad affrontare la realtà?
Le persone di sinistra che sono disturbate da Joker sono le “persone di sinistra di Fukuyama”; quelli che pensano che l’ordine democratico liberale sia il miglior ordine possibile e che dovremmo solo renderlo più tollerante. In questo senso, oggi tutti sono socialisti. Bill Gates afferma di essere per il socialismo, Mark Zuckerberg afferma di essere per il socialismo.
La lezione di Joker è che è necessario un cambiamento più radicale; che questo non è abbastanza. E questo è ciò di cui non sono a conoscenza tutti quei cittadini democratici di sinistra. Questa insoddisfazione che sta crescendo oggi è seria. Il sistema non può affrontarla con riforme graduali, maggiore tolleranza o migliore assistenza sanitaria. Questi sono segni della necessità di un cambiamento più radicale. Il vero problema è se siamo pronti a sperimentare davvero la disperazione della nostra situazione. Come ha detto lo stesso Joker nel film ad un certo punto: «Rido perché non ho nulla da perdere, non sono nessuno».
Qui c’è anche un gioco di nomi intelligente. Il vero nome di famiglia di Joker è Fleck. In tedesco, der Fleck è una macchiolina, un puntino insignificante. È come l’anamorfosi. Dobbiamo assumere un aspetto diverso per poter guardare da una nuova prospettiva.
Non mi fido di tutti quei critici di sinistra che temono il potenziale del film. Come Moore ha detto molto bene, abbiamo paura della violenza che vediamo qui, non della vera violenza nella nostra vita quotidiana. Essere scioccati dalla violenza rappresentata nel film è solo una fuga dalla violenza reale.