Soul, di Pete Docter – La polisemia del gatto

La lingua dei Jerry

L’ultima produzione Disney-Pixar ripropone il classico dualismo anima-corpo, al quale è annessa l’altrettanto classica subordinazione gerarchica del secondo temine al primo. Nell’universo di Soul, il corpo non è che il contenitore dell’anima, e adempie alla sua funzione di confezionamento per un lasso di tempo specifico, determinato: la durata di una vita umana. L’anima sopravvive però al suo contenitore corporale, continuando ad orbitare lungo un circolo metempsicotico continuo: la vita sulla Terra non è che una breve frazione compresa tra Ante-Mondo (una sorta di Guf, che nel film prende anche il nome di «Io-Seminario») e Oltre-mondo, ossia l’aldilà. Sinteticamente: si preesiste alla carne; si nasce, incarnandosi; si vive, incarnati; si muore, abbandonando il corpo e ricongiungendosi a quella dimensione ultraterrena da cui originariamente si proveniva. In termini semiologici, la vita sulla Terra comincia con un atto di significazione: un corpo inerte, ancora in-significante, viene spiritualizzato da un contenuto psichico, divenendo dunque segno. La morte coinciderebbe dunque con una de-significazione, in cui del significato non si perde nulla se non il contingente supporto materico, divenuto biologicamente infungibile. La totalità delle esistenze terrene individuali si configura come un macro-significante capace di ospitare una psiche transdimensionale che, oltre a preesisterle, le sopravvive.

Al corretto funzionamento del circolo metempsicotico -e dunque, transitivamente, del circolo semiologico- sovrintendono esseri che si autodefiniscono come «la congiunzione di tutti i campi quantizzati dell’universo», altresì appellabili come «Jerry».

A queste entità demiurgiche spetta il compito di coordinare l’ingresso e l’uscita delle anime dal mondo, parallelamente a quello di contare quante anime entrano e quante escono. Una struttura operante da e per sempre, che si direbbe perfettamente funzionante se non fosse per Joe Gardner e 22, i protagonisti del film. Joe non vuole morire, e non accetta dunque il riassorbimento nell’Oltre-mondo. Specularmente e contrariamente, 22 non vuole vivere. O, meglio, non vuole nascere: continua a vagare per gli sterminati campi dell’Ante-mondo postponendo il momento della propria significazione-incarnazione. Laddove Joe perde (morendo prematuramente) il proprio supporto significante-carnale, anelandone il reimpossessamento, 22 rigetta aprioristicamente l’orizzonte di una vita “segnica”, preferendo un limbo di insignificanza e, dunque, di libertà.

Se è vero che i segni “vitali” necessitano della metempsicosi per sopravvivere complessivamente, bisogna però notare che il linguaggio -come l’anima- preesiste e sopravvive alla vita, persistendo inconcusso. Tanto i Jerry quanto le anime (siano esse in attesa dell’incarnazione, in-incarnate, oppure appena strappate al loro supporto, de-incarnate) sono in grado di comunicare tra loro già nell’Ante-mondo: tutto è già stato parlato, nulla sfugge alla lingua dei Jerry, che cinge e riveste l’esistente otturando ogni spiraglio anarchico. L’uomo è già zòon lògon èchon ancor prima di fare esperienza di alcunchè. Per quanto Joe e 22 rifiutino puerilmente di morire e di nascere, non possono che riconoscere, frustrati, l’incorruttibilità di un sistema che non contempla idiosincrasie e che, tutt’al più, ne rimanda il riassorbimento a un tempo indeterminato. Una momentanea sospensione, mai un’amnistia.

 

Gatti

L’anarchia vera e propria trova il suo esiguo spazio-tempo solo nel momento della significazione, ovvero nella possibilità di una sua pratica aberrante rispetto al sistema vigente. Soul descrive, dell’universo di cui consta, il momento di inceppamento, le zone buie che sfuggono alla lingua e alla matematica dei Jerry. Se questi prevedono quali siano i termini coinvolti nel processo di significazione, a Joe e a 22 è dato, in via del tutto eccezionale, di scardinare l’ordinamento vigente. Fuggendo dall’Ante-mondo e riversandosi sulla terra, Joe cerca di rimpossessarsi del suo corpo defunto, ma qualcosa va storto: egli trascina con sé -suo malgrado- 22. Due anime per un solo corpo, due significati psichici per una sola carne.

Ma la prospettiva di un chimerismo psichico1 -un uomo bi-animato, bi-semico- è fugata dalla presenza di Mr. Mittens. Un obeso gatto terapico che dorme sulle gambe di Joe al momento della reincarnazione, e che fungerà da corpo ospitante per una delle due anime. Tuttavia, invece di accogliere l’anima in esubero, quella di 22, Mr. Mittens verrà significato da Joe, e a impossessarsi del corpo dell’uomo sarà invece 22. Due sono i punti d’interesse relativi a questo momento di significazione, che possiamo definire “anarchica” nella misura in cui sfugge alla logica dei Jerry e, con e attraverso loro, dell’universo stesso.

In primo luogo, un corpo fabbricato per ospitare una data anima (Joe⊇Joe) finisce per ospitarne un’altra (Joe⊃22), che non ha peraltro ancora completato l’iniziazione alla vita all’interno dell’Io-seminario. I significanti si rivelano dunque materia elastica, inclusiva e potenzialmente polisemica, e non contenitori prefabbricati, mono-uso. Nella significazione aberrante (rispetto al sistema dei Jerry) di cui Joe e 22 sono incidentalmente fautori, viene rivelata l’arbitrarietà violenta che soggiace al segno. Ad un corpo non corrisponde, esclusivamente, un’anima.

In secondo luogo, la figura di Mr. Mittens apre l’orizzonte dell’ambiguità semiologica dell’animale, dell’irriducibile particolarità tanto della sua carne quanto della sua psiche. Se 22 penetra in un corpo vuoto (poiché svuotato) e dunque ospitale, quello di Joe, Joe si incarna in quello di Mr. Mittens che non è defunto, ma, semplicemente, dormiente. Laddove l’antropomorfema Joe necessita la morte (o comunque lo stato comatoso) per aprirsi alla re-significazione, Mr. Mittens si configura come corpo costantemente aperto, disponibile ad ospitare l’anima altrui in una significazione chimerica e, quel che è più interessante, transpecie. Al gatto basta dormire, ottundere momentaneamente il proprio contenuto psichico: quando Joe abbandona Mr. Mittens, questo torna a funzionare come prima dell’impossessamento, senza dare a vedere di aver esperito un qualche tipo di trauma. I Jerry paiono interessarsi solo al coordinamento della metempsicosi umana, e, dunque, della significazione antropomorfica. Ma a quanto pare c’è (molto) di più. Il corpo animale sfugge ad una significazione esclusiva ed escludente, aprendosi alla polisemia, al chimerismo psichico. In quella dimensione interstiziale tra antropomorfemi e bruta natura, ovvero in seno al mondo animale, l’oralità sfugge alla cosmologia stringente dei Jerry pur senza sprofondare nell’indistinzione, nell’esizialità entropica assoluta. Tra il logos del corpo (antropomorfico) e il silenzio, la phonè della carne.

1Prospettiva esplorata da Brandon Cronenberg con il suo recente Possessor (2020)

Niccolò Buttigliero

Vita low budget in campionato juniores. Vedere, scrivere, fare cinema - ut scandala eveniant.

Laureato al DAMS di Torino in Storia e teoria dell'attore teatrale con una tesi sul «progetto-ricerca Achilleide» di Carmelo Bene. Vive in un cinema e lavora in un teatro.

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